"Adesso che il tempo è passato e quelle estati le ricordo, so che cosa volevo dalla Madonna della Rovere.
Una siepe di prugnole mi chiudeva l'orizzonte e l'orizzonte sono nuvole, cose lontane, strade, che basta sapere che esistono.
La Madonna della Rovere è sempre esistita, e dappertutto sulle coste, sulle creste dei paesi, ci sono chiese e masse d'alberi inpiccolite dalla distanza.
Dentro la luce è colorata, il cielo tace...Se una vetrata della volta è schiusa, si sente un soffio di cielo più caldo, qualcosa di vivo, che sono le piante, i sapori, le nuvole.
Queste chiese di cresta sono tutte così.
Ce n'è sempre qualcuna più lontana, mai vista.
Nel porticato di ciascuna è tutto il cielo e vi si sentono le prugnole e i canneti che il cammino non basta a raggiungere.Tanto vale fermarsi a due passi e sapere che tutta la terra è un gran bosco che non potremo mai far nostro come un frutto. Anzi, le cose che ci crescono a due passi hanno il loro sapore da quelle selvatiche, e se il campo e la vigna ci nutrono è perché affiora alle radici una forza nascosta. Mio padre direbbe che al mondo tutto viene dal basso. Io non so né sapevo di questo, ma la Madonna della Rovere era come il Santuario delle cose nascoste e lontane che devono esistere". 

Cesare Pavese

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